Biografia di Federico Venturi

Federico Venturi è scomparso il 27 Giugno 2020, per un improvviso malore, durante una escursione sul Monte Genzana e Pettorano sul Gizio in provincia dell’Aquila.
Federico Venturi nacque il 31 marzo 1940 a Firenze (Italia).Dagli anni ’50, dopo il soggiorno casciano di 5 anni, è vissuto a Spoleto (provincia di Perugia, Umbria), dove ha frequentato le scuole medie e il Liceo Scientifico.
Nel 1969 si è laureato in Scienze Naturali all’Università di Perugia, discutendo una tesi sugli insetti Tricotteri delle sorgenti montane dell’Umbria.
Dopo il 1970 si è dedicato alla geologia e paleontologia dell’Appennino umbro-marchigiano, particolarmente al Giurassico e ai suoi fossili guida, gli Ammoniti. Nel 1975 ha ottenuto l’insegnamento di paleontologia per Scienze Geologiche all’Università di Perugia.
Nel 1982 è stato nominato professore Associato alla cattedra di Paleontologia e ha conservato l’incarico di ruolo fino al 2010, anno in cui è andato in pensione per raggiunti limiti di età. Negli ultimi 5 anni ha tenuto anche il corso di paleontologia per Scienze Naturali.
Durante i 40 anni di carriera ha scoperto e pubblicato, sia da solo che in collaborazione, 36 generi nuovi di ammoniti, tutti apparteneneti al Giurassico inferiore dei monti umbro-marchigiani, oggetto di articoli pubblicati in riviste nazionali e internazionali.
Tra i più importanti in ordine di tempo: Rarenodia nel 1975, Catriceras nel 1978, Praerycites nel 1981, Martanites nel 1977, Sinuites Gorgheiceras Furlites e Neotaffertia nel 2001, Pelingoceras nel 2005. I generotipi sono in deposito nell’aula didattica di Geologia del Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Perugia.
Ha studiato l’evoluzione degli ammoniti toarciani, Hildoceratidae, provenienti dal “Rosso Ammonitico” umbro-marchigiano, con abbondante materiale raccolto strato per strato nelle successioni, che ha permesso considerazioni sulla morfologia funzionale. Generi implicati in ordine cronologico: Hildaites, Praemercaticeras, Orthildaites, Cingolites, Urkutites, Hildoceras, Pseudomercaticeras, Mercaticeras, Merlaites e Crassiceras. Un processo di speciazione simpatrica, molto rara anche sul panorama internazionale, che ha aggiornato una collocazione tassonomica dei generi tutti tipici del territorio, basato sulle reali relazioni filetiche; come ipotizzato a suo tempo da Darwin (gradualismo filetico) Ha studiato anche l’evoluzione degli ammoniti Hammatoceratidae e Polymorphitidae.
Ha individuato, insieme ai suoi collaboratori, due intervalli fossiliferi nuovi non conosciuti al di fuori dell’Italia: quello dl M. Acuto (Massiccio del Catria) nella “Corniola” encrinitica, risalente alla base del Pliensbachiano (1978), crono zona a U. Jamesoni, e quello dell’area di Secchiano, valle del f. Bosso (trovato poi anche nella vallata del f. Burano) risalente alla base del Toarciano, cronozona a D. tenuicostatum.
Ha studiato gli ammoniti dell’Hettangiano superiore nell’area del Gran Sasso ( vallone di Vradda, M. Camicia; Capo di Serre, Castel del Monte) e conseguentemente il limite Trias – Lias.
Nel 2006 ha pubblicato con alcuni collaboratori un articolo riguardante le affinità paleontologiche
tra l’area mediterranea e andina in relazione al corridoio trans – Pangea e alla conoscenza
dell’origine dei raggruppamenti di ammoniti Polymorphitidae e Fannicoceratidae (trattando un
esempio di speciazione allopatrica) .
E’ conosciuto a livello internazionale come uno specialista di ammoniti del Giurassico inferiore ed è stato membro di commissione per la scelta dei limiti del Giurassico inferiore; Sinemuriano – Pliensbachiano e Pliensbachiano – Toarciano.
L’ultimo libro, pubblicato con collaboratori, “Ammoniti, un viaggio geologico nella montagne Appenniniche” contiene il compendio delle sue principali scoperte su ammoniti, sia per quel che riguarda la paleontologia generale (biostratigrafia, crisi ambientali, , evoluzione, paleobiogeografia), sia per la parte sistematica e tassonomica.
Tra i suoi collaboratori più stretti, al di fuori dell’Università che vanno ricordati: Giuseppe Rea (Pino) di S. Maria degli Angeli, Massimiliano Bilotta di Spello, Carlo Nannarone di Cortona, Stefano Sassaroli di Rosora (An), Paolo Faraoni di Secchiano, Agostino Marini di Cagli, Giancarlo Silvestrini di Foligno, Stefano Bartolucci di Trestina, Domenico Bei di Apecchio, Francesco Mollichella di Ponte s. Giovanni (PG).

Evoluzione di Ammoniti Mercaticeratinae

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