Alcuni ammoniti della “corniola” umbro-marchigiana aventi caratteristica di fossili guida.

Un evento macroevolutivo della Tetide mediterranea: l’origine degli ammoniti Phymatoceratidae – Hammatoceratidae

In Biostratigrafia, ovvero la disciplina che studia la distribuzione in Tempo & Spazio dei corpi rocciosi mediante il loro contenuto fossilifero, i fossili forse più importanti sono i cosiddetti “fossili guida”: si tratta di organismi (vegetali o animali) oggi estinti, che a livello di genere e specie (unità tassonomiche di base) siano stati caratterizzati da un’ esistenza con ampia distribuzione areale ma breve, brevissima (per i tempi geologici!!) durata temporale: gli Ammoniti ne sono probabilmente l’ esempio più noto, anche a coloro che poco si intendano di Paleontologia. Per la verità, anche se la tematica è relativamente inesplorata, si ha ragione di ritenere che possano assurgere al ruolo di fossili guida anche generi o specie che abbiano avuto una valenza soltanto locale: il confronto su scala più vasta non resta infatti impossibile, ricorrendo alle relative (sotto-)famiglie di appartenenza, purché esse siano state istituite su base razionalmente filetica, anziché come “contenitori di comodo” nei quali raggruppare, far confluire generi altrimenti privi di collocazione.

Senza eccedere nell’ approfondire l’ argomento, essendo questa una semplice nota introduttiva, è però necessario riaffermare che la testimonianza dei fossili guida sia particolarmente significativa, addirittura fondamentale, per l’ esecuzione di una seria analisi biostratigrafica: nelle successioni fossilifere di aree geografiche ristrette, le varie specie si succedono infatti in modo inequivocabile, e confrontandone l’ avvicendarsi nelle diverse aree geografiche (es.: Mediterraneo e Nord-Europa, durante il Giurassico Inferiore) si possono riscontrare sia differenze consistenti, sia elementi affini: è proprio a questi ultimi che il ricercatore dovrà porre maggiore attenzione per costruire una fondata correlazione cronologica, che valga su scala quanto più possibile globale. Sono d’ altronde importanti anche le differenze, ma per ragioni diverse, poiché stimolano a riflettere su temi quali presenza ed entità di possibili lacune, tanto nel registro paleontologico quanto nella semplice sedimentazione, oppure sui fattori che abbiano regolato la diffusione di una specie, favorendola in certe zone ed ostacolandola (se non addirittura impedendola) in altre; o ancora: sullo sviluppo di linee evolutive indipendenti, soprattutto nei casi (es.: Catriceras) ancora ammantati di mistero relativamente alla conoscenza dei progenitori; senza mai dimenticare che tutte queste discussioni, strettamente interdipendenti per loro stessa natura, dovranno risultarlo in maniera armoniosa, laddove si esiga una ricostruzione coerente e quindi, per quanto possibile, affidabile.

In un’ ottica generale, il discorso diviene appunto tanto più convincente quanto maggiori siano quantità e qualità dei fossili guida disponibili: l’ esempio della “Corniola” offerto qui riassume in un’ unica illustrazione un meticoloso studio iniziato a partire da sole conoscenze di base –relative ai generi più comuni e alla zonazione standard–, ma andato affinandosi sempre più nel corso di circa venti anni: tiene ovviamente conto dei vari concetti sopra accennati e ben risolve il tema della datazione relativa delle rocce, malgrado numerose lacune, onnipresenti in qualsiasi documentazione paleontologica.